29 Lug Le priorità CGIL CISL UIL per il futuro del Paese
Per Cgil, Cisl e Uil la Legge di Bilancio ed i provvedimenti ad essa collegati, hanno lasciato irrisolte le questioni fondamentali per lo sviluppo del Paese. La manovra approvata, dopo un lungo e controverso iter parlamentare, continua ad essere insufficiente e miope oltre che profondamente ridimensionata nei saldi e nell’impatto sull’economia, anche a seguito del confronto con l’Unione Europea. Cgil, Cisl e Uil hanno presentato le proprie richieste al Governo e le hanno discusse con migliaia di lavoratori e pensionati. La Legge di Bilancio, invece, non dà risposte adeguate alla situazione del Paese. E’ insufficiente e recessiva perché taglia gli investimenti produttivi fondamentali per la crescita e lo sviluppo. Non diminuisce la pressione fiscale sul reddito da lavoro dipendente e da pensione, rinunciando così ad agire sulla domanda interna. Non favorisce la creazione di lavoro stabile, nè la coesione del Paese, non rafforzando le infrastrutture sociali e riducendo le risorse per il Mezzogiorno. Si nega, così, al Paese una prospettiva di rilancio economico e sociale tanto più di fronte ad una stagnazione dell’economia. La Legge di Bilancio e la politica economica, invece, dovrebbero guardare al futuro. L’economia italiana è entrata in un circuito drammatico di alternanza fra recessione e stagnazione dal quale non riesce ad uscire, con ricadute molto pesanti sull’occupazione, sull’aumento del disagio e sulla coesione sociale. Il nostro tasso di crescita continua ad essere tra i più bassi dei paesi dell’Eurozona e, in generale, di tutte le economie avanzate. Cgil, Cisl e Uil, insieme alla Confederazione Europea dei Sindacati, continuano ad affermare con forza la necessità che lo sviluppo del Paese sia supportato da politiche espansive. Sostengono, inoltre, come sia necessario il superamento delle politiche di austerity che in Italia, come in Europa, stanno determinando profonde disuguaglianze, aumento della povertà, crescita della disoccupazione in particolare giovanile e femminile. Nella Legge di Bilancio si privilegia la spesa corrente, si riducono di 6,4 miliardi di euro nel triennio le spese per investimenti e si introducono misure che non determinano creazione di lavoro. In aggiunta, il Governo scarica sul futuro del Paese il peso di 53 miliardi di oneri in più per il 2020 e 2021: o si trovano le risorse (con nuovi tagli) o aumenterà l’IVA (e altre tasse). In ogni caso pagheranno sempre lavoratori e pensionati. Ci sarà poco o nessuno spazio per creare lavoro, per nuovi investimenti e per diminuire la pressione fiscale nelle prossime Leggi di Bilancio. Il Governo ha scelto di introdurre la flat tax per autonomi, partite IVA e piccole imprese che pagheranno meno dei lavoratori dipendenti e pensionati, oltre che nuovi condoni fiscali e rimozione del blocco degli aumenti dei tributi locali. Non si prevedono né una maggiore progressività, né si programma un deciso contrasto all’evasione. I lavoratori dipendenti e pensionati non avranno alcun vantaggio dalla manovra, mentre subiranno, nel triennio, gli effetti diretti e indiretti della pressione fiscale che è destinata ad aumentare (dall’iva alle addizionali locali). Oltre 4 milioni di pensionati, in aggiunta, saranno penalizzati da una perequazione inferiore al tasso di inflazione. Per questo va ripristinata la piena rivalutazione di tutte le pensioni. Per Cgil, Cisl, e Uil il contrasto alla povertà è senza dubbio una priorità per il Paese, ma la povertà non si combatte se non c’è lavoro e non si rafforzano le reti sociali, a partire dal potenziamento dei servizi pubblici e degli enti locali. La manovra stanzia risorse insufficienti per il rinnovo dei contratti pubblici, nessun piano straordinario di assunzioni, non sblocca il turn over, esclude dalla defiscalizzazione i premi di risultato dei dipendenti pubblici e sono del tutto insufficienti le misure per l’innovazione e gli investimenti nella Pubblica Amministrazione. Inoltre, i dipendenti pubblici sono penalizzati rispetto ai lavoratori privati sia per l’accesso al pensionamento con quota 100, sia per i tempi di erogazione del TFS/TFR. Sulla previdenza, la cosiddetta “Quota 100” pur rappresentando una nuova opportunità non aiuta ancora a superare la Legge Fornero. Continua a mancare una visione globale del sistema previdenziale, a partire dalla pensione di garanzia per i giovani. Non ci sono misure specifiche per la tutela previdenziale delle donne, salvo la proroga di un anno di opzione donna; non si prevede la valorizzazione del lavoro di cura; sono insufficienti le misure per i lavoratori precoci; non si affronta il tema dei lavori gravosi, né la separazione tra previdenza e assistenza. Il Mezzogiorno viene ancora una volta penalizzato. Nella manovra si tagliano le risorse e si introducono misure “spot” a somma zero. Servono, invece, interventi che rilancino il lavoro e nuove produzioni per rispondere ai bisogni sociali. Cgil, Cisl e Uil vogliono un Paese che riparta dalla coesione, dall’inclusione e dall’integrazione, antidoti alle paure dell’altro, in un sistema virtuoso di convivenza in cui il lavoro può favorire le politiche di integrazione dei migranti, evitando forme di sfruttamento e di caporalato che, negando le condizioni di vita e di lavoro dignitoso, favoriscono le speculazioni malavitose che si nutrono del disagio sociale. Per costruire il futuro del Paese in un mondo, comunque, sempre più integrato e attraversato da fenomeni migratori determinati dai differenti livelli di sviluppo economico e demografico, soltanto una buona politica di accoglienza, equa, solidale e sostenibile può permettere una corretta integrazione. Solo così possiamo porci al riparo da possibili degenerazioni razziste e xenofobe di cui l’Italia non ha certo bisogno. Le proposte di Cgil, Cisl e Uil delineano un modello di sviluppo del Paese fondato sulla sostenibilità sociale e ambientale, sulla solidarietà nazionale, anche in netto contrasto con scelte autonomiste che la potrebbero compromettere.Il consenso delle decine di migliaia di lavoratori, pensionati e giovani, emerso in occasione delle centinaia di assemblee organizzate su tutto il territorio nazionale, ha rappresentato un primo importante momento di confronto e discussione delle proposte sindacali. Il documento è stato consegnato al Presidente del Consiglio, il quale si era impegnato a dare continuità al confronto su alcuni capitoli indicati dal Sindacato, confronto che, ad oggi, non è ancora avvenuto. Pertanto, per sostenere le proposte unitarie contenute nella piattaforma sottoposta e condivisa con lavoratori, pensionati e giovani per cambiare le scelte dell’Esecutivo e per aprire un confronto serio e di merito, Cgil, Cisl, e Uil hanno organizzato una grande manifestazione nazionale che si è svolta a Roma sabato 9 febbraio.
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