Già la situazione non è delle migliori: trovarsi ricoverato in un ospedale presuppone che c’è una malattia o un intervento chirurgico da subire. Il paziente, pertanto, ha bisogno di un ambiente e di un trattamento sanitario e umano che, per quanto possibile, riesca ad alleviare le sue sofferenze.
Spesso chi è ricoverato in ospedale (o i suoi pazienti) non osa più di tanto alzare la voce quando c’è qualcosa che non va durante la degenza. Le lamentele per le piccole cose sono inopportune, certo, ma è importante anche conoscere i diritti di chi è ricoverato in ospedale per capire quando quella lamentela è più che giusta, anzi doverosa.
Il diritto di chi è ricoverato all’informazione
Partiamo da un presupposto fondamentale: quello che per medici o infermieri può sembrare normale, rutinario o un problema di poco conto, per chi è ricoverato in ospedale può essere un elemento di disagio importante. Il personale sanitario è certamente abituato a vedere tante situazioni, spesso molto gravi. Ma il paziente, di norma, non frequenta assiduamente un ospedale. Molti problemi, apparentemente banali, si vivono con preoccupazione perché per il malato sono situazioni nuove, mai vissute. E ci va di mezzo la sua salute.
Ecco perché uno dei diritti di chi è ricoverato in ospedale è quello di essere informato sulle sue condizioni di salute. Nel modo più chiaro e comprensibile, il personale sanitario deve fornirgli ogni dettaglio sulla diagnosi, anche provvisoria, e la prognosi. In altre parole: che cos’ha, come si cura ed entro quando si prevede la guarigione.
Affinché questa informazione sia puntuale e precisa, primario e medici del reparto ospedaliero devono essere disponibili in orari stabiliti.
Tuttavia, è possibile che, per ragioni ben motivate, i medici ritengano inopportuno dire esattamente al paziente come stanno le cose. In questo caso, hanno il dovere di informare i familiari delegati dal paziente stesso a sapere tutto quello che c’è da sapere sulle condizioni del malato.
Chi è ricoverato in ospedale ha inoltre il diritto a:
Il diritto di chi è ricoverato all’assistenza
Chi è ricoverato in ospedale ha diritto ad essere assistito e curato con premura e attenzione, e ad essere rispettato nella propria dignità e nelle proprie convinzioni religiose.
Per un’assistenza migliore, chi è ricoverato in ospedale ha diritto a:
le informazioni specifiche sul reparto in cui si trova:
Il diritto di chi è ricoverato ad essere dimesso
E’ sempre cosa buona e giusta seguire il consigli del medico, ma quando – per qualsiasi motivo – si vuole tornare a casa o andare in un’altra struttura ospedaliera, chi è ricoverato in ospedale ed è in grado di intendere e di volere ha il diritto di chiedere e di ottenere le dimissioni.
Dovrà, comunque, firmare una dichiarazione in cui:
Tuttavia, anche se non d’accordo, il primario non può trattenere chi è ricoverato in ospedale contro la sua volontà: rischia un illecito penale che va dal reato di minaccia a quello di sequestro di persona.
Se il paziente non è in grado di intendere e di volere, la richiesta di dimissioni può essere fatta da genitori, tutori o curatori oppure da un parente (il coniuge, il figlio) che abbia in carico il malato.
Il diritto di chi è ricoverato a non essere dimesso
Viceversa, c’è chi trova le dimissioni dall’ospedale troppo precipitose e ritiene che qualche giorno in più in corsia sia opportuno per completare la guarigione. In questo caso, chi è ricoverato in ospedale ha il diritto di chiedere di non essere dimesso. Se viene, comunque, mandato via, le cose da fare sono due:
I diritti di chi è ricoverato ed è minorenne
Bambini o ragazzini sotto i 18 anni ricoverati in ospedale hanno il diritto di essere assistiti da uno dei genitori 24 ore al giorno. In questo caso, la struttura sanitaria deve:
L’ospedale deve anche venire incontro alle esigenze affettive e ai bisogni espressivi del minorenne. Deve, quindi, mettere a disposizione del paziente strumenti e spazi per il gioco, anche con la collaborazione di associazioni di volontariato.
(laleggepertutti.it)